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Intervista di Viviana Musumeci a Simone Rainer
L’esoterismo e il mistero per alcuni creativi o artisti rappresenta un tema fondamentale per la propria espressione. Capita sempre più spesso di vedere in video musicali simboli attinti dalla Kabbalah o altri libri sacri, leggere su internet di cospirazioni ai danni dell’umanità a base di esoterismo e magia . Senza scomodare uno sciamano o un interprete di tali codici, Simone Rainer, appassionato di matematica e di mistero, ha creato una sua collezione di borse lavorando proprio sul calcolo della base aurea e realizzando pochette triangolari dove le proporzioni non sono propriamente casuali. Non ci stupirebbe vedere una delle sue borse tra le mani di Lady Gaga o Beyoncé, prossimamente
V.M.: Mi racconti innanzitutto la tua storia?
S.R..: Quando studiavo a scuola e al liceo scientifico, nel pomeriggio dopo i compiti, ho sempre lavorato accanto a mia nonna che faceva la sarta. Una volta terminati gli studi avevo pensato di iscrivermi alla facoltà di matematica. Poi ho optato per un corso di sartoria a Milano che ho frequentato per due anni e che mi ha consentito di entrare nel mondo della moda e dell’abbigliamento. Ho lavorato quasi subito per Marc Jacobs nel comparto accessori.
V.M.: Quando è nato il marchio Simone Rainer?
S.R..: Due anni fa. Stavo pensando a cosa creare per la prima collezione e mi sono ispirato subito alla figura del triangolo visto che si tratta di una figura esoterica. E’ un filone che mi interessa molto seguire, e mi piace utilizzare la matematica facendo riferimento a formule misteriose.
V.M.: E la collezione p/e 2013?
S.R..: Tutta la collezione p/e 2012 è costruita su una prospettiva numerica e aurea che peraltro è anche una proporzione naturale.
V.M.: Ma al di là dell’esoterismo e del mistero ci sono altre ragioni che ti hanno spinto a scegliere il triangolo?
S.R..: L’immagine è indubbiamente chiara e riconoscibile, anche se non è un prodotto per tutti, non è facile portare la borsa a triangolo. Anche il mio logo è anch’esso di ispirazione esoterica. Si tratta di un cerchio al cui interno è iscritto un pentagono che contiene a sua volta un triangolo. Questa immagine serve a estrapolare la costante della chiave aurea.
V.M.: Puoi considerarti un marchio Made in Italy?
S.R..: Assolutamente sì. Tutte le mie borse vengono confezionate a Firenze. Ma capita anche per altri marchi che conosco. In realtà a Milano ci sono aziende a cui si rivolgono la maggior parte dei marchi fashion e luxury mondiali.
V.M.: Mi descrivi la collezione p/e 2013?
S.R..: Si ispira al corpo. Ho proprio riproposto la base corporea con i materiali che sono lavorati in modo tale da ricordare alcune parti del corpo umano. E poi ho usato molto il rosso perché è uno dei miei colori preferiti. Il mio approccio è sempre scientifico. La prossima collezione si ispirerà all’universvo, alla luna e alle stelle. In un certo senso si parte dal corpo umano per poi evadere verso il cielo.
V.M.: Dove sei distribuito attualmente?
S.R..: Le mie borse si trovano da Luisa Via Roma a Firenze e a L’Inde des Palais a Bologna e poi a Copenaghen, ma sto cercando nuove partnership commerciali.